EX ANTE: MIRA
EX ANTE : MIRA / vademecum
Entrando nell’oratorio
dalla navata sinistra, sulla parete in fondo, si vede l’opera Corolle di Claudio Citterio del 2001:
una diapositiva ottenuta da una ripresa molto ravvicinata di fiori. I colori si
diffondono oltre i limiti del fotogramma, sfocati da un filtro sul proiettore,
come quando si mette a fuoco un pensiero che per diffrazione mette in moto
un’area più ampia o, all’inverso, come se un’idea nitida fosse la messa a fuoco
di un’area più ampia che trattiene l’immagine ma che la diffonde.
Avvicinandosi a Corolle si trova Diapason (C. Citterio, 2012) che si collega con il suo secondo
elemento alla navata opposta, come se una stessa immagine avesse una sua
evidenza esteriore e una sua eco interiore. In Diapason la stessa immagine è distanziata spazialmente ma legata
nel profondo: paradigma delle nostre facoltà.
Una striscia attraversa
la navata centrale (C. Citterio, Display,
2011). Percorrendola visivamente ci si accorge che in alcuni punti la luce
delle lunette in alto acquista un colore magenta. Si è sorpresi, meravigliati
di quella meraviglia che ci svela il mondo oltre la perentorietà della sua
apparenza immediata. Così riflettiamo che i colori sono un alone variabile
rispetto alle cose.
Nella navata destra a
terra si trova Secondo le mie indicazioni
di Domenico Laterza del 2015. Scrive
l’artista: “ho cominciato ad imprimere il
mio dito indice in un foglio d’alluminio, ripetutamente, fino a ricoprire tutta
la superficie della lamina staccata dal rotolo. Infine ho chiuso il materiale
su sé stesso seguendone l’andamento. Ho ottenuto delle forme organiche che
variano di dimensione e si appropriano dello spazio riportando la memoria di
quell’unico gesto generatore.”
Benedetta Marangoni