mercoledì 4 ottobre 2017

CITTERIO / MARANGONI / MORANDINI / ZONCA



CASA DEGLI ARTISTI MILANO


INCORSO

martedì 10 ottobre 2017    h* 13 / 17 / 18 / 19

a cura di Benedetta Marangoni / Claudio Citterio

Ripa di Porta Ticinese 113, Milano

SPAZIOBORGOGNO


*Programma:

h 13 - ALLESTIMENTO MOSTRA IN CHIARO (aperto a studenti)

h 17 - APERTURA MOSTRA / CONFERENZA: “ASTRATTA” di Benedetta Marangoni

h 18 - INTERVENTI di Claudio Citterio, Diego Morandini, Gianluca Zonca

h 19 - Aperitivo / PROIEZIONE immagini e documenti dall'archivio storico (© Archivio Casa degli Artisti)


La mostra INCORSO  si inserisce nella più recente fase  della pluridecennale storia di Casa degli Artisti.
La storia di CdA è stata divisa in "momenti" già a partire dalla pubblicazione CRONISTORIA 1978/2003  (Ed. Per l'arte 19 ). La fase odierna (EX ANTE  2015 / ASTRATTA ,  EFFIMERI  2015 / TEMPO ROVESCIATO  2016) si può far partire dalla chiusura nel 2013 della sede di via d'Apulia 12 e del contemporaneo abbandono di CdA da parte di alcuni artisti. Specularmente agli artisti rimasti (Claudio Citterio, Diego Morandini) si sono uniti l'artista Gianluca Zonca e il teorico Benedetta Marangoni.

INCORSO  è una mostra che avviene in un'unica giornata ed è costituita da tre opere di: Citterio, Morandini, Zonca e da una presentazione teorica di Marangoni a cui seguiranno gli interventi degli artisti stessi.
A partire dalle ore 13 lo spazio espositivo sarà aperto agli studenti per seguire l'analisi, il dialogo, il confronto tra gli artisti e le fasi dell'allestimento delle opere (di grandi dimensioni), che  possono articolare nuove e non preventivabili questioni e potenzialità. Tutto ciò come fosse una Lezione di anatomia del dottor Tulp  (Rembrandt, 1632) in cui solo l'osservazione e la testimonianza si rende già nuova  esperienza.

Casa degli Artisti non è un gruppo legato a uno stile o a un modus operandi ma è un luogo ideale (per questo continua a esistere anche senza una sede fisica), dove attraverso le opere e le ricerche degli artisti si tentano di captare i "segnali" che l'arte ininterrottamente genera.